Ode al cambusiere

Quello del rifornimento e della gestione della cambusa, ovvero il mestiere del cambusiere, è sempre stato un ruolo di fondamentale importanza sulle imbarcazioni. 

Sulle antiche navi a vela che restavano in mare magari per interi mesi e ovviamente erano prive di frigoriferi, quello del cambusiere era un ruolo chiave per la salute dell’equipaggio.

Niente frigo, niente scatolette (sembra che le prime siano state prodotte agli inizi del 1800), solo alimenti più o meno freschi e a rischio costante di inumidirsi o andare a male, niente conservanti di sorta e lo scorbuto o altre malattie da malnutrizione sempre dietro l’angolo. 

Ecco, diciamocelo, quella della cambusa è un’arte e il ruolo del cambusiere troppo spesso è sottovalutato. Anche ai giorni nostri. 

Come al solito sulle barche ogni cosa ha un nome personale e bizzarro: c’è il bugliolo che in realtà è un banale secchio, le cime che poi non son altro che corde, e la dispensa che si chiama cambusa. E, no, non si va a fare la spesa. Si va a fare cambusa.

La cambusa secondo Mure a Dritta

La cambusa secondo Mure a Dritta deve avere determinate caratteristiche, tra queste una su tutte: ben fornita tanto da dare la possibilità di improvvisare una cena per dieci anche dopo una settimana di navigazione.

Olio, sale, spezie, zucchero caffè, bevande per grandi e piccini, vino bianco e anche qualche bottiglia di rosso, che non fa mai male. La pasta, scatolame e pomodoro per improvvisare un sugo gustoso anche in assenza di cose fresche, i “conforti” – ovvero quelle piccole delizie che permettono di superare indenni l’attesa della cena, non devono mai mancare.

Poi ci sono i trucchi del cambusiere, frutto di anni di esperienza e qualche incidente. Le uova, per esempio, meglio sode, i formaggi molli che colano allegramente nel frigo a pozzetto o gli yogurt con la chiusura in stagnola che si rompe al secondo bordo – sempre nel frigo a pozzetto – sono da evitare come la peste. 

Bisogna anche organizzare tutto tenendo presente che potreste avere a bordo con voi celiaci, persone allergiche (leggere le etichette è sempre una buona idea) a noci e frutti a guscio, lattosio, oppure vegani. 

Qualità e quantità

Infine ci sono gli ospiti che “non ti preoccupare, alla cambusa ci penso io” e si presentano con due etti di prosciutto, un pacchetto di insalata, mezzo chilo di pasta, 2 birre, 4 sacchetti di patatine per 8 persone per due giorni. 

Perché tanto, guarda, io mangio pochissimo e sono praticamente astemio.

Dicono tutti così, ti guardano straniti se prepari un chilo di pasta per 6 persone e poi si contendono l’ultimo maccherone. 

In barca viene fame. E sete. Fine. Quindi meglio essere preparati. Approfondiremo il tema cambusa e preparazione di pietanze adatte alla barca nei prossimi articoli, daremo volentieri spazio alle vostre ricette, quindi fatevi avanti!


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