Sono partire ufficialmente il 28 e 29 maggio le attività di velaterapia di Una vela per la rinascita. Il racconto e le immagini di due giornate indimenticabili.
Silvia Landi
Sono iniziate, o sarebbe meglio dire salpate, il 28 e il 29 maggio le prime attività del progetto “Una vela per la rinascita” – progetto di velaterapia con approccio multidisciplinare – che hanno visto coinvolte otto donne con un storia di malattia oncologica e due barche a vela.
Valentina, Augusta, Sonia, Imma, Agnese, Dianella, Rita e Paola le bravissime Roberta Tartarini e Francesca Giunti rispettivamente nutrizionista e fisioterapista e tutto lo staff di ASD MAD Mure a dritta e del Volto della speranza onlus hanno trascorso due giornate intense e piene di emozioni.
Sono stati momenti di grande empatia, giornate che hanno visto la nascita di nuove amicizie e la scoperta di poter fare e imparare cose nuove e mai immaginate prima, il desiderio di tuffarsi nuovamente nella vita e tanti meravigliosi sorrisi.
La barca a vela vissuta nella sua interezza diventa essa stessa terapia, come luogo di scambio, collaborazione e convivenza, conoscenza dell’altro e comprensione del sé, cui si accompagna la scoperta di poter provare e di riuscire a fare nuove cose.
Preziosi sono stati i consigli dati dalla nutrizionista che ha saputo indirizzare ciascuna delle partecipanti nella teoria e nella pratica verso una nuova consapevolezza di quanto l’alimentazione sia cruciale per superare la malattia; energia e risate hanno accompagnato gli esercizi in acqua con la fisioterapista che ha regalato a ciascuna nuovi strumenti per ritrovare un corpo che sia in grado di agire e reagire con prontezza.
Una vela per la rinascita è un progetto fortemente voluto, sulla cui efficacia in termini terapeutici non ho mai avuto alcun dubbio – prosegue Silvia Landi – presidente di ASD MAD Mure a dritta, mente e braccio operativo del progetto. Le persone che sono state coinvolte, hanno aderito all’iniziativa e sono entrate a far parte dello staff sono alcune delle eccellenze del nostro territorio: donne e uomini con preparazione e competenze notevolissime oltre all’innata capacità di coinvolgere, appassionare, ed entrare in sintonia con il prossimo.
Ciascuno di loro ha saputo mettere in gioco, oltre alla professionalità, una trascinante allegria e il desiderio di dare serenità alle nostre ospiti. Ospiti che nel giro di 48 ore sono diventate un gruppo affiatato di amiche, che hanno condiviso momenti di gioia, si sono fatte coraggio e si sono sostenute a vicenda aiutandosi l’una con l’altra a superare paure e limiti, hanno riso e si sono commosse, si sono raccontate, hanno chiesto e dato consigli con un continuo flusso e scambio di energia positiva.
Ora ci prepariamo per le prossime date: salperemo il prossimo 19 giugno e stiamo definendo le date che seguiranno e i relativi equipaggi, certi che potremo contare sul sostegno sempre maggiore di aziende e privati.
Di nuovo un ringraziamento a Giovanni, Cristina, Andrea, Giulia, Roberta, Francesca, Massimo e Roberta, comandanti, armatori e operatori, insostituibile staff di Una vela per la rinascita, a The Italian Sea Group, Tecnel, Fabi, Locanda al colle, I profumi del Marmo, Nautica Forza 7, Cantine Ramarro, a Il sogno di Costantino ODV che insieme alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi ha organizzato una cena di beneficenza a nostro favore il prossimo 24 giugno, Luca Torno AD di Royal Time e a tutte le persone che con passione ed entusiasmo ci stanno aiutando a portare avanti il progetto.
Il racconto delle protagoniste
Imma è arrivata da Caserta per partecipare al progetto, ha vissuto tre giorni su una delle barche a vela coinvolte insieme a Silvia Landi, ha potuto più di chiunque altro assaporare la vita in mare ed è stata coinvolta a 360 gradi in tutte le attività.
Ero venuta per fare una nuova esperienza, mi aspettavo di imparare nuove cose, di fare attività fisica mirata, ricevere consigli sull’alimentazione esattamente come da programma, e così certamente è stato, ma quello che non mi aspettavo era di sentirmi così parte di una famiglia, con donne meravigliose che hanno fatto della condivisione una vera priorità in tutte queste giornate.
Riparto oggi, lunedì, portando a casa con me un nuovo coraggio nelle scelte che faccio e che farò, ho capito che ancora riesco a perseguire ciò che mi fa stare bene. Un’esperienza davvero al di sopra delle mie aspettative.
Imma
Paola è arrivata ancora un po’ chiusa nel suo guscio, ma molto incuriosita e con la mente sempre aperta alla novità
La mia trasformazione è iniziata con la dolce voce di Silvia che mi dava le informazioni riguardo alle due giornate in barca a vela, la sua è stata un’accoglienza aperta, gentile che mi ha fatta aprire alle novità.
Le sue rassicurazioni sono state, per me, necessarie, per fare il primo passo: accettare di uscire dal mio guscio. La malattia e le cure, analisi, visite mi avevano fatto spostare il mio sguardo solo verso l’interno.
Durante la prima giornata la mia dichiarazione di apertura è stata: “me ne sto seduta e vi guardo”. Beh, tutto falso. Appena ho visto che ero l’ultima rimasta a bordo, e che tutte si stavano divertendo con gli esercizi in acqua, mi sono immersa col corpo e col cuore nel nostro splendido mare. Mi sentivo circondata da affetto, protetta, e questo lasciarmi andare alle onde è stato il mio secondo grande passo verso un cambiamento.
L’attività fisica e le emozioni mi hanno fatta tornare a casa stanca ma piacevolmente rilassata. Il secondo giorno il mio corpo mi ha dato segnali di maggiore energia. Penso di essere stata tra le prime a scendere in acqua, e di certo l’ultima a risalire a bordo, ma sarei rimasta ancora un po’ a mollo se non fosse stato per una medusa curiosa che girava lì attorno.
Un grande cambio, e la prima ad essere sorpresa sono io!
Grazie per l’idea, la disponibilità e la dedizione a un progetto bellissimo sulla carta e nella realtà; tutte le donne che hanno fatto un iter sanitario pesante e pieno di paura dovrebbero avere la possibilità di passare giornate insieme in libertà, sentendosi curate, accolte, privilegiate, per dare alle proprie cellule un messaggio di forza e speranza.
Le due giornate di vela, aria, sole, mare, condivisioni, risate, sguardi, sorrisi, lacrime di commozione mi hanno riempito gli occhi e il cuore (e la pelle) di calore. GRAZIE>>
Paola
Sonia vive giornate sempre piene, un lavoro impegnativo, una famiglia, nipotini, tante cose da fare e a questo si aggiunge la lotta alla malattia, anche con lei abbiamo condiviso racconti ed esperienze, trovato tanti punti di contatto e la voglia di non perdersi più.
Una vela per la rinascita, nome perfetto per questa esperienza fantastica, sentirsi trasportare dal vento e dalle onde del mare ti dà la sensazione di rinascere.
Non avrei mai pensato di avere il coraggio di fare un bagno in mezzo al mare, invece grazie a voi che mi avete sostenuta sono riuscita a superare questa paura.
Sono state due giornate bellissime, sono riuscita ad accantonare tutti i pensieri e mi sono lasciata cullare dalle onde del mare.
Vorrei ringraziare tutto lo staff, la fisioterapista, la nutrizionista, il comandante che ci ha aperto le porte della sua barca a vela facendoci sentire a casa, sono delle persone indimenticabili!
Non bastano queste poche parole per descrivere quello che ho provato, è un’esperienza che va solo vissuta!
Sonia
Per me, anche se sono venuta soltanto uno dei due giorni, è stata un’esperienza incredibile.
Ero un pochino agitata prima di venire perché sono la più piccola, avevo paura di non riuscire a legare con le altre e invece è successo esattamente il contrario.
Ho conosciuto persone splendide, simpatiche, persone che riescono a comprendermi al 100%, cosa che purtroppo (non che sia una colpa) spesso gli altri non riescono a fare.
Poi era la mia prima volta in barca, mi sono rilassata tantissimo, perciò grazie di tutto.
Agnese
Questo progetto di velaterapia è stato un viaggio di risveglio psicofisico straordinario: il riavvicinamento di persone fragili, attraverso sensazioni piacevoli e meravigliose, all’amore per se stessi, per la natura e per i propri simili.
Operazione riuscitissima grazie alla creatività, alla disponibilità e alla generosità di una squadra eccezionale che ha dato tanto e ricevuto altrettanto perché il bene genera bene.
Rita
Le prime due giornate di Una vela per la rinascita sono state un toccasana per chiunque vi abbia partecipato – dichiara Roberta Crudeli, presidentessa de Il volto della speranza – vedere gli occhi che brillano, i sorrisi e un carico di nuove energie negli occhi delle nostre ospiti è per noi la ricompensa più grande.
Roberta Crudeli – presidentessa de Il volto della speranza
È stata una bellissima esperienza, queste sono cose che ti fanno sempre crescere professionalmente perché c’è sempre qualcosa da imparare in tutte le situazioni, ma soprattutto è un’esperienza che permette di crescere umanamente.
Si è creato un grande affiatamento nel gruppo, abbiamo condiviso emozioni e conoscenze.
Poter dare degli strumenti per stare meglio grazie all’alimentazione con spiegazioni sia teoriche che pratiche, preparando pasti sani e gustosi in barca era uno dei nostri obiettivi e mi auguro vivamente che ciascuna delle nostre ospiti abbia portato a casa con sé una conoscenza in più.
Roberta Tartarini – nutrizionista
È stato un evento meraviglioso con gente altrettanto meravigliosa! Aver potuto dare un contributo al benessere psicologico e fisico di queste persone mi riempie di gioia,
Dal mio punto di vista ho cercato di far sentire tutte le nostre ospiti a proprio agio con il proprio corpo facendo attività fisica sia in mare, sia in barca.
Abbiamo fatto esercizi in mare per due giorni consecutivi, con benefici e miglioramenti evidenti già il secondo giorno per tutte le nostre splendide amiche, la domenica abbiamo poi concluso l’esperienza con una piccola coccola, un breve massaggio per decontrarre e rilassare>>
Francesca Giunti – fisioterapista
Le immagini più belle della prima edizione di Una vela per la rinascita
Una carrellata un po’ disordinata fatta di momenti di condivisione, sorrisi e risate, bei paesaggi e persino il passaggio della Amerigo Vespucci, che ci piace raccontare che fosse lì proprio per noi.